Si conclude con il contributo di Francesco Costacurta il nostro ciclo di interviste dedicate ai protagonisti di Restile, il contest che ci ha consentito di conoscere, e scoprire, i giovani talenti industrial design e dell’architettura contemporanea.
Ci siamo presi qualche momento per guardare da vicino il progetto di Francesco - Pompei 2.0 - che ha convinto la giuria per il valore simbolico, ma anche per l’originale approccio al concept e al trattamento dello stesso.
Qual è l’ispirazione di questo innovativo concept ceramico? Il riferimento storico è evidente, ma con un approccio alternativo: la cenere come elemento decorativo che si posa su superfici ed oggetti tipici della nostra quotidianità, per celarne i reali contorni. Queste icone del vivere contemporaneo vanno a sostituire i tradizionali pattern decorativi, per disegnare una nuova estetica, imprevedibile e ricca di sorprese.
Cosa ci ha raccontato Francesco Costacurta?
Siamo partiti dai suoi studi, perché è proprio sui banchi di scuola che il giovane liceale sviluppa una grande passione per il disegno artistico. La insegue e, dietro consiglio di un insegnante, si trova a percorrere la strada dell’interior design. Cos’è successo dopo? Quali esperienze l’hanno formato e come si è delineato il suo stile?